Anselmo d'Aosta, tra fede e intelletto alla ricerca di Dio - itAosta

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Anselmo d’Aosta, tra fede e intelletto alla ricerca di Dio

Anselmo D'Aosta

Anselmo d’Aosta è stato un personaggio chiave nella storia della confessione cattolica. Attivo lungamente a Canterbury come arcivescovo, fu un importante pensatore e teologo. Egli, infatti, teorizzò delle prove ontologica dell’esistenza di Dio.

Una figura brillante e scomoda

Anselmo d’Aosta è anche conosciuto come Anselmo di Canterbury per il suo ruolo di vescovo della sede episcopale inglese. Egli nacque nel 1033 dal longobardo Gundulfo e dalla nobile di Borgogna Eremberga. Il padre osteggiò a lungo la sua volontà di entrare in monastero, che Anselmo riuscì a soddisfare nel 1060 grazie al richiamo di Lanfranco di Pavia, priore di Notre-Dame-du-Bec. Di costui prese anche il posto quando il maestro divenne abate di Santo Stefano di Caen. La sua grande saggezza e capacità di gestione lo portò, infine, a Canterbury, sempre al posto di Lanfranco. Qui, però, entrò in contrasto con re Guglielmo il Conquistatore che aveva sancito una rigida supremazia del potere regio, limitando di molto i contatti tra i vescovi inglesi e Roma.

Anselmo D'Aosta fu a lungo vescovo della Cattedrale Di Canterbury
Anselmo D’Aosta fu a lungo vescovo di Canterbury. Fonte: Wikipedia

I contrasti con il sovrano portarono a ben due esili per Anselmo. Anche quando morì Guglielmo il Rosso, figlio del Conquistatore, il successore Enrico, che lo aveva richiamato a Canterbury, proseguì la linea dura nei confronti del clero, spingendo il vescovo a lasciare di nuovo l’Inghilterra. L’aostano, così, si recò prima a Roma da papa Pasquale II, e poi a Lione. Nel 1106, infine, tornò a Canterbury, dove morì tre anni dopo, il 21 aprile 1109. La sua salma fu sepolta nella cattedrale.

Il pensiero di Anselmo d’Aosta

La sua vita travagliata e i suoi problemi con i sovrani inglesi non impedirono ad Anselmo di diventare uno dei maggiori pensatori del suo tempo. Egli decise di affrontare la teologia da una prospettiva completamente diversa, che dava alla ragione una dignità paritaria rispetto alla fede. Nei suoi primi due volumi, il Monologion e il Proslogion, affrontò una profonda meditazione che lo portò a teorizzare degli argomenti razionali che testimoniano l’esistenza di Dio anche ai più scettici. L’unità metodologica di Anselmo, presente in tutta la sua opera, si fonda sostanzialmente su due termini, intelletto e fede. Il suo pensiero si basa sulla convinzione che l’operato divino è sempre da accettare incondizionatamente, poiché non può mai essere in contrasto con la ragione. C’è, infatti, sempre un motivo preciso e concreto nel piano che Dio ha per l’umanità.

Tomba Di Anselmo Daosta
La tomba di Anselmo all’interno della cattedrale di Canterbury. Fonte: Wikipedia

Anselmo d’Aosta fu, come detto, anche un uomo d’ordine e di potere molto capace e saggio. Guidato dalla parola di Dio, egli sviluppò una serie di criteri necessari per essere un governante pienamente efficiente e utile non a sé stesso, ma in primis alla comunità presso cui presta servizio.
Le sue opere, tra cui ritroviamo anche le Orazioni (monologhi con Dio, la Vergine e i santi) e le Meditazioni sulla condizione dell’uomo, lo consegnarono all’Olimpo dei Dottori della Chiesa, titolo assegnatogli da papa Clemente IX nel 1720. In precedenza, nel 1170, era stato canonizzato nel 1170 da papa Alessandro III, su iniziativa di Tommaso Beckett.

Anselmo d’Aosta, tra fede e intelletto alla ricerca di Dio ultima modifica: 2019-07-26T09:00:30+02:00 da Luigi Bove

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