Ieri, 25 novembre, è stata la giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Voluta dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per invitare tutti gli Stati membri e le organizzazioni nazionali e internazionali a far convogliare in questo periodo manifestazioni con il fine di sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema. Un tema attuale, un tema che ci tocca tutti. Rabbrividiamo a leggere i dati. Circa 100 donne uccide dall’inizio dell’anno: una ogni tre giorni. E i motivi sono sempre gli stessi: gelosia, rifiuto per una relazione terminata e così via. Infatti, circa l’80% dei femminicidi avviene in ambito familiare e relazioni di coppia. Cosa fare, dunque, per fermare il fenomeno? Ne hanno discusso e se ne parlerà ancora negli incontri Donne in Dialogo organizzati ad Aosta.
Perché il 25 novembre?
Ma innanzitutto capiamo perché si è scelto il 25 novembre come giornata contro la violenza sulle donne. La data non è stata scelta a caso. Ne è stata ufficializzata una proposta nel 1981 nell’ambito di un Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi. E perché proprio il 25 novembre? Perché in questo giorno ricorre l’assassinio delle sorelle Mirabal. Tre sorelle dominicane accusate di dissidio politico per aver contrastato il regime dittatoriale di Rafael Leónidas Trujillo. Erano, e sono tutt’ora, considerate delle rivoluzionarie. Combatterono per liberare la Repubblica Dominicana dall’oscurantismo e dalla repressione che il dittatore impose per trent’anni. Furono fatte prigioniere in modo vile. Mentre si recavano a far visita ai mariti in carcere, infatti, furono fermate dagli agenti del Servizio di informazione militare i quali le stuprarono, torturarono, le strangolarono. Le misero nella loro macchina e la lanciarono in un dirupo, simulando un incidente. Era il 1960.
Le sorelle Mirabal sono simbolo di rivoluzione, emblema di quella lotta che, però, ha un caro prezzo: quello della vita. Ma molte sono tutt’oggi le donne rivoluzionare. Ci basta pensare alle militanti siriane, che indossano armi al posto di gioielli e sacrificano la propria vita per il proprio popolo. O alle attiviste sudamericane che lottano contro la violenza di genere e i femminicidi perpetuati da un sistema patriarcale e che qualche anno fa diedero vita al movimento “ni una menos”. Ni una mujer menos, ni una muerta más, ‘non una donna in meno, non una morta in più’. Queste, in realtà, le parole della poetessa e attivista messicana Susana Chavez uccisa per aver denunciato i crimini contro le donne messicane.
Donne in dialogo con Roberta Marasco
L’associazione Centro Donne Contro la Violenza di Aosta, in collaborazione con Briviodue Cartolibreria e Fidapa Bpw Italy organizza Donne in dialogo. Si tratta di incontri con autrici, scrittrici e blogger. Tre quelli in programma. Il primo si è tenuto sabato 16 novembre e ha visto protagonista Roberta Marasco, la quale ha presentato il suo romanzo Le regole del tè e dell’amore. Elisa ha imparato da sua madre tutte le regole per preparare un buon tè. E fin da piccola, per gioco, associava a ogni tipo di tè una persona o un luogo.
Ma da sua madre ha imparato anche un’altra lezione: a non lasciarsi andare mai, a non fidarsi da subito, a essere sempre con i piedi per terra e gli occhi ben aperti. Perciò, prima di capire se Daniele è il suo vero amore, dovrà trovare se stessa. E per farlo dovrà recarsi in un piccolo paesino, quello che scrisse sull’etichetta del tè proibito della madre. Forse lì troverà se stessa, e imparerà a fidarsi dell’amore.
Crescere uomini
Ieri, invece, si è tenuto il dialogo con Monica Lanfranco. La giornalista e scrittrice presenterà il suo ultimo libro Crescere uomini. Le parole dei ragazzi su sessualità, pornografia, sessismo. Un progetto nato da un questionario che l’autrice ha rivolto a 1500 adolescenti. Cinque domande: Cosa é per te la sessualità? Cosa provi quando leggi di uomini che violentano le donne? Essere virile, che significa? Pensi che la violenza sia una componente della sessualità maschile più che di quella femminile? La pornografia influisce, e come, sulla tua sessualità? E da queste cinque dure domande ne ha tirato fuori il profilo dei ragazzi di oggi, gli uomini di domani. Ed è stata tratta una conclusione: l’importanza di parlare della sessualità anche a scuola, per sfatare dei miti, eliminare dei tabù. Perché solo formando i ragazzi nel rispetto della donna si può prevenire la violenza sul sesso erroneamente considerato debole.
Donne in dialogo con Cinzia Pennati
L’ultimo incontro di Donne in dialogo, invece, è in programma il 7 dicembre, sempre alle 18.00 e sempre in piazza Chanoux. Sarà la volta di Cinzia Pennati, scrittrice e blogger. È autrice de Il matrimonio di mia sorella. Una storia di donne, di desideri, di certezze e incertezze. Con un’unica verità: essere sempre leali con se stesse. Due sorelle diverse, una idealista, una realista. Una sognatrice, una concreta. Celeste, la prima, Agnese, la seconda. Agnese, dopo il suo matrimonio semplice, si prepara a quello fastoso della sorella.
Ma ripensa alla sua vita: una famiglia solida, due figlie, un buon lavoro, un marito presente. E comincia a chiedersi se è davvero ciò che aveva pensato per sé, ciò che desidera. E ad aumentare la sua confusione interviene anche Andrea, che le suscita strane emozioni anche solo con un messaggio. E anche Celeste, dopo il matrimonio con l’uomo dei sogni, vacilla dopo un incontro inaspettato. È giunto il momento di una riunione di famiglia, davanti a un bicchiere di liquore escono storie, ricordi, confessioni di tradimenti.