Boudin valdostano: storia di un piatto povero diventato cult - itAosta

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Boudin valdostano: storia di un piatto povero diventato cult

Boudin servito in tavola in Valle d'Aosta

Boudin è un nome tipico che rimanda alla tradizione gastronomica valdostana. Di cosa di tratta? Appartiene alla famiglia degli insaccati ed è un delizioso salume che ha una storia antichissima alle spalle. Piatto forte della tradizione del luogo, il boudin si contraddistingue per quel suo colore scuro e un sapore aromatico e delicato. Andiamo, dunque, alla ricerca delle sue origini e scopriamo come si prepara nell’originale ricetta made in Valle d’Aosta.

Boudin: il salume valdostano da ieri ai nostri giorni

Boudin è un salume che si produce in Valle d’Aosta. Perché nasce proprio in questa regione? Probabilmente le temperature fredde tipiche di questa località al nord Italia hanno contribuito a diffondere la sua produzione. Nasce infatti come piatto povero, servito nelle tavole valdostane soprattutto nei mesi invernali, quando la carne scarseggiava a causa del clima poco favorevole. Per garantire i giusti apporti nutritivi e per riutilizzare alcuni ingredienti, ecco che il boudin fece le sue prime apparizioni, diventando poi parte integrante della tradizione.

Boudin nel piatto con le patate
Boudin portato in tavola con patate e insalata

Il boudin infatti non è il classico salume che si serve nelle tavole italiane. La sua preparazione e il suo colore acceso lo rendono già diverso a una prima occhiata. Poi, conoscendo a fondo i suoi ingredienti, si capisce bene che siamo di fronte a un piatto unico, che richiede accorgimenti ben precisi per restare fedeli alla ricetta originale. Ciò su cui si può personalizzare la sua entrata in scena nelle tavole imbandite è la modalità di presentazione. Perfetto come antipasto freddo, ma impossibile da resistergli se bollito, scaldato nel forno o addirittura fritto.

Rosso o fucsia? Eccolo nelle sue diverse forme

Che sia rosso o fucsia non importa: il boudin valdostano è sempre delizioso! La sua variante di colore infatti è esclusivamente dovuta a piccole varianti nella sua preparazione. Solitamente nella ricetta classica l’insaccato era preparato utilizzando sangue di maiale, ingrediente speciale che gli dona quel colore così particolare. In alcuni casi però i valdostani si sono trovati a sostituire il sangue suino con le barbabietole rosse, alterando leggermente il suo colore originario. Oggi si trova in entrambe le versioni, ma quasi sempre i produttori amano mescolare tutti e due gli ingredienti, per un sapore ancora più aromatico.

Boudin Insaccato in tavola
Il boudin è una produzione valdostana che si tramanda dal passato ad oggi

Il boudin, oltre a sangue di maiale e barbabietole, si prepara anche con il lardo (o pancetta di maiale), le patate lesse, le spezie, le erbe aromatiche e spesso anche con un’aggiunta di vino. Non serve una lunga stagionatura e si può servire in tavola in qualsiasi mese dell’anno. Si presta perfettamente per accompagnare verdure cotte e piatti caldi, ma non è raro trovarlo anche come ricetta per arricchire i ricchi buffet nelle occasioni speciali. Perché si chiama boudin? Il termine in francese vuol dire sanguinaccio ed è naturalmente legato alla sua pigmentazione data dal sangue di maiale. In visita in Valle D’Aosta è quel piatto tipico che non manca nei menù turistici, magari servito insieme alla fontina in un ricco tagliere tutto da gustare o con un piatto di polenta concia.

Boudin valdostano: storia di un piatto povero diventato cult ultima modifica: 2019-10-04T10:23:06+02:00 da Cristina Fontanarosa

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