Gli antichi mestieri valdostani hanno un sapore remoto che si preserva, dove ancora ci sono scorci incontaminati d’Italia. Lo spirito indomito della gente valdostana è molto legato a una cultura atavica, che si fonde con la natura e con memorie leggendarie.
Ha un che di romantico, andare alla riscoperta dei mestieri antichi, fra le Valli del Parco nazionale del Gran Paradiso e dintorni. Oltre a sciare, e fare escursioni tra le bellezze naturali, perché non scoprire le tradizioni valdostane? Perché non andare a conoscere gli antichi mestieri valdostani romantici?
Antichi mestieri valdostani tra artigiani e valli
Tra i monti e le valli, dove in inverno la natura dorme sotto una coltre di neve candida e silenziosa, si producono piccoli grandi capolavori. È incredibile, ma possibile ammirare la creatività e soprattutto quanta tenacia alcuni artigiani profondano, mantenendo in vita l’identità locale d’arte mescolata con la natura. Dagli scultori del legno ai famosi ramai, dalle merlettaie alle creatrici di pantofole; c’è tutto un micro cosmo da esplorare sotto un cielo terso della regione più piccola d’Italia.
Il lavoro della merlettaia sembra uscire da un libro di favole. La storia dei merletti di Cogne ad esempio, parte nel 1665, quando alcune monache benedettine scappate dal monastero di Cluny si rifugiarono in Valle d’Aosta. Fu lì che iniziarono a insegnare alle donne del posto l’arte del pizzo al tombolo. Le abilissime donne, creano ancora preziose opere d’arte. Il capolavoro si compie intrecciando dei fuselli su un cuscino detto “tombolo”.
Dal tombolo al legno intarsiato
Antichissimo è questo cerchio, il “coessein”, imbottito con paglia e lana, sostenuto dal suo “cavalot”. Si tratta di un piccolo mobile scolpito con un bel rosone; il monogramma di Cristo, l’anno di fabbricazione, e il nome della sua prima proprietaria. Il tombolo su cui si lavora, in qualche modo vede fiorire ricami di animaletti di montagna e simili.
Non sono molte le merlettaie; Cogne, infatti, ne conta ufficialmente meno di cinquanta, che producono pressappoco 1.500 metri di pizzo l’anno. Legati in qualche modo alle merlettaie per via del mobile in legno, ci sono gli intagliatori. Si tratta di artigiani legatissimi alle montagne. Gli scultori del legno realizzano piatti, mortai, ciotole, taglieri, bassorilievi, ma soprattutto la grolla, o coppa dell’amicizia, un prodotto artigianale che significa goliardia, e fratellanza. Simbolo di familiarità, è ancora usata nelle occasioni conviviali; riservata alle occasioni speciali, è tramandata da una generazione all’altra.
Merletti come cristalli di neve e pantofole di panno
Tra gli antichi mestieri quasi scomparsi, c’è anche chi crea dei veri e propri capolavori da calzare; gli ahcapin, pantofole di panno a strati affastellati, trapuntati con fili di canapa. La tomaia usata è generalmente di velluto con dei ricami.
Queste pantofole sono parte integrante dell’abito tipico della Valle, con gonne ampie, camicette bianche, e scialli ricamati. Un tempo erano tanti anche i “magnin”; ramai che creano paioli da polenta, ma anche padelle e tegami per la bagna cauda, e anche portaombrelli. Questi artigiani realizzano anche cappe per comignoli e altri componenti assolutamente artigianali. Ogni utensile viene forgiato con carbone di legna, sagomato con il tornio, e cesellato con pece greca. Un paio di secoli fa, questi stagnini erano davvero tanti, e spostandosi, riparavano pentole in rame, e usando dello stagno da fondere.
Artigiani itineranti dall’Italia alla Francia, alla Spagna
Questi uomini partivano dalla Valle Soana, raggiungendo tutto il Canavese, Eporediese e Torinese, fino in Francia e Spagna, tornando nelle loro case solo d’estate per zappare i poderi. Tracce concrete di questi antichi e romantici percorsi si possono trovare visitando il Mav; il Museo dell’Artigianato Valdostano. Non bisogna dimenticare però che in tutta la Valle d’Aosta, durante i mercatini di Natale è possibile trovare tanti prodotti artigianali.
Da non perdere per gli appassionatil a Fiera di Sant’Orso ad Aosta, dove trovare tante piccole opere d’arte, il 30 e il 31 gennaio. Oltre cinquecento artigiani animano il centro storico d’Aosta, proponendo il meglio della loro produzione artigianale.
Essenze, fiori e liquori dal sapore antico negli antichi mestieri valdostani
Oltre ai prodotti artigianali, frutto degli antichi mestieri in piazza Chanoux, si può partecipare al riconoscimento di essenze lignee in Piazza Giovanni XXIII; assistere all’ormai consueta gara delle botti in via Conseil des Commis.
Si può assistere, inoltre, all’esibizione di un gruppo di Maestri artigiani che scolpiscono un vecchio tronco. Esistono ancora raccoglitori di erbe commestibili e fiori per composizioni e chi produce anche liquori rari e preziosi.