Se vi capita di visitare Gressoney-Saint-Jean, inserite nel vostro tour il Castello Savoia (Château Savoie), una villa ottocentesca che era una delle dimore preferite della regina Margherita, sovrana del regno d’Italia.
Castello Savoia
I reali di Casa Savoia, tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento decidono di realizzare a 1.440 metri di altitudine una residenza per le vacanze. La villa, che poi diventa Château Savoie, è progettata dall’architetto Emilio Stramucci già incaricato dei lavori di restauro di Palazzo Reale e di altre dimore sabaude. Proprio la regina Margherita vuole la sua dimora di villeggiatura sul versante della valle al di sotto del Colle Ranzola. Una posizione favorevolissima da cui si gode un ampio panorama sulla valle, sulle cime del Monte Rosa e sul ghiacciaio Lyskamm. La villa è circondata anche da un grande parco con una piccola pineta e un giardino roccioso.
La residenza di villeggiatura della regina
Nell’estate del 1899 avviene la posa della prima pietra ma, purtroppo, re Umberto I non avrà mai la gioia di soggiornare nel castello. Infatti, il sovrano è assassinato a Monza nel 1900 dall’anarchico Gaetano Bresci, quattro anni prima del completamento dei lavori della residenza reale. La regina Margherita ormai vedova e ‘confinata’ nel ruolo di regina madre, al castello ama trascorrere lunghi periodi di riposo.
Fino al 1925 vi ospita illustri membri della letteratura e del mondo della cultura. Dopo la sua scomparsa, avvenuta nel 1926 a Bordighera, il castello rimane chiuso per alcuni anni. Successivamente, la residenza è venduta nel 1936 all’industriale milanese Ettore Moretti. A loro volta, nel 1981, i suoi eredi vendono il castello alla regione Val d’Aosta.
Castello Savoia, una villa a tre piani
Anche se è definita ‘castello’, in realtà la residenza reale è una grande villa a tre piani in stile eclettico, caratterizzata da cinque torri neogotiche. La fusione di stili fu una precisa richiesta della regina Margherita che seguì personalmente i lavori di edificazione. La residenza si distingue per una particolarità: all’interno dello stabile non vi sono le cucine. La sovrana sabauda volle, infatti, che fossero allocate a trenta metri di distanza dal castello in una struttura che attualmente ospita la biglietteria per i visitatori. Il collegamento con le cucine per trasportare le vivande era garantito da una galleria ipogea dotata di un doppio binario.
In pratica, le portate percorrevano un percorso su appositi carrelli elettrici chiusi ermeticamente. Arrivavano così fino a un ascensore interno che portava i pasti direttamente nella sala da pranzo del castello. Collegate alla residenza vi sono anche altre strutture abitative più piccole come la Villa Belvedere e il Romitaggio Carducci. La prima era la foresteria dove alloggiavano i custodi, la servitù e la scorta dei carabinieri reali. La seconda struttura è dedicata alla memoria del famoso poeta Giosuè Carducci, amico della regina che aveva soggiornato a Castello Savoia.
(Foto Commons Wikimedia)