Tra i vari edifici di culto della città di Aosta ritroviamo una chiesa di origine quattrocentesca che tre secoli dopo subì una totale ricostruzione nel Settecento, che le ha regalato l’aspetto tutto nuovo che vediamo oggi. Stiamo parlando della chiesa di Santo Stefano, anche detta église Saint-Étienne dai residenti francofoni. Andiamo a scoprirne di più.
Origini della chiesa di Santo Stefano
La chiesa di Santo Stefano di Aosta sorge non lontana dal centro storico della città, all’incrocio tra via Jean-Laurent Martinet e via Abbé Joseph-Marie Trèves. La chiesa preesistente che, come detto, risale al Quattrocento, non fu la prima struttura costruita in questo luogo. Quest’area, nel periodo della dominazione romana, era destinata ad una necropoli sita al di fuori delle mura della città di Augusta Praetoria, e su di essa, come riportano alcuni documenti, nel XIII secolo già esisteva una parrocchia di Santo Stefano che i canonici di Sant’Orso cedettero a quelli della Cattedrale. La ricostruzione definitiva avvenne nel XVIII secolo, precisamente nel 1728-29. Dell’edificio quattrocentesco non resta molto, fatta eccezione dell’iscrizione posta sull’architrave della porta d’ingresso destra, che recita «Hoc opus fecit fieri Jaquemin Pastor».
Con la ricostruzione settecentesca si diede avvio all’ampliamento del campanile e della realizzazione degli affreschi della facciata. Anche il portale principale è contestuale alla ricostruzione. Esso è in pietra d’Aymavilles. Lo sovra una prima fascia di affreschi raffiguranti, da sinistra verso destra, le figure di San Giacomo Maggiore, San Grato, Sant’Antonio abate, il martirio di Santo Stefano, Sant’Agata, San Giocondo e San Leonardo. Sulla parte alta del prospetto, invece, si trovano due riquadri ovali, ai lati delle finestre, in cui sono raffigurati San Giuseppe e San Giovanni Evangelista. Le finestre, infine, sono sovrastate dall’affresco della Madonna del Rosario tra San Domenico e Santa Caterina da Siena.
I mirabili capolavori della chiesa
La chiesa di Santo Stefano si sviluppa su tre navate, la principale delle quali, quella centrale, termina con un enorme altare barocco in legno dorato, consacrato nel 1670. Questo grande elemento è strutturato su due ordini di colonne tortili sovrapposte. All’interno dei vari riquadri si trovano varie tele e statue di santi, due reliquari e il tabernacolo. Nelle due fasce principali dell’altare si trovano una tela con il Martirio di Santo Stefano, nella parte inferiore, e la Santissima Trinità, in quella superiore. Altra opera di grande pregio è il coro in noce del XVIII secolo, situato alle spalle dell’altare. Esso è decorato con preziosi fregi e decorazioni con ghirlande e teste di angeli. Questi ultimi elementi provengono dalla chiesa dell’antico convento di San Francesco, andata distrutta nel 1836.
L’opera sicuramente più importante della chiesa è sicuramente la statua lignea di San Cristoforo, alta oltre quattro metri e mezzo. Questa scultura, attribuita all’intagliatore valdostano Jean de Chetro, risale al 1460 circa. Più recente, ma altrettanto importante, è il prezioso organo a canne, posto sulla cantoria nella controfacciata. A costruirlo fu l’organaro Costantino Mazzia nel 1877. Esso è composto da una tastiera di 61 note, a trasmissione integralmente meccanica, e costituisce un vero e proprio prodigio nell’ambito delle tecniche di costruzione di organi ecclesiastici.